Ricette Salentine & non solo dalla A alla Z

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IL FRUTTONE

INGREDIENTI
per la base di frolla:(identica a quella dei pasticciotti)
500 gr di farina-
200 gr di zucchero-
200gr di strutto-
2 uova (o 3 dipende dalla grandezza)-
1 busta di lievito-
formine ovali di metallo
per il ripieno:
- 300 gr di mandorle pelate
- 300 gr di zucchero
- 4 uova
- marmellata di amarene oppure cioccolata
COME SI PREPARA

Pelare le mandorle e tritarle insieme allo zucchero.
Unire i tuorli e poi gli albumi montati a neve e incorporati poco per volta. Impastare per bene fino ad ottenere una pasta omogenea.
Se si opta per la versione con cioccolato aggiungere cioccolato fondente, fuso o amaro qb.

Preparare la frolla nelle formine ovali di metallo come per i pasticciotti, usare la crema alle mandorle come ripieno + la marmellata di amarene e coprire ogni fruttone. Cuocere in forno in forno per 30/40 minuti.
Una volta cotti e fatti freddare sciogliere a bagnomaria del cioccolato fondente (q.b.) e rivestire ogni fruttone.
Si conservano bene per diversi giorni.
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IL PASTICCIOTTO

Ingredienti

Per la pasta:
1 kg di farina
500 gr di zucchero
400 gr di strutto
12 tuorli d'uovo
la buccia di due limoni
un pizzico di sale
un cucchiaio di bicarbonato di ammonio
una bustina di vaniglia
Per la crema pasticcera:
½ litro di latte
2 cucchiai di farina
6 cucchiai di zucchero
3 tuorli d'uovo
la buccia di un limone.

Preparazione

Preparate la crema pasticcera: lavorate in un pentolino i tuorli con lo zucchero, aggiungete la farina e amalgamate il tutto aggiungendo gradualmente il latte caldo. Unite la buccia di limone e porre il pentolino sul fuoco.

Portate a ebollizione a fuoco lento, mescolando sempre fino a quando la crema non si sarà addensata. Lasciate raffreddare.

Setacciate la farina e disponetela a fontana sulla spianatoia,al centro aggiungete lo zucchero, le uova e gli aromi. Miscelate omogeneamente gli ingredienti senza impastare anche la farina, aggiungete quindi lo strutto e amalgamatelo con delicatezza agli altri ingredienti. A questo punto potete impastare anche la farina.

Stendete la pasta in una sfoglia non molto sottile e con questa ricoprite i caratteristici pirottini, adagiate all'interno un cucchiaio di crema pasticcera e ricoprite con altra pasta. Saldate bene i bordi e spennellate la superficie con dell'uovo sbattuto.

Infornate a 180°C fino a quando i dolcini non risulteranno dorati. Estraeteli dagli stampini solo quando si saranno intiepiditi.

Curiosità:
Il pasticciotto è il dolce salentino per antonomasia, utilizzati in tutte le occasioni. In origine era un dolce casalingo delle famiglie più nobili e veniva confezionato della dimensione di una torta normale. Oggi, per rispondere alle esigenze di una vita sempre più veloce troviamo in commercio le comode forma monodose. La ricetta originale , elaborata dal pasticciere Andrea Ascalone di Galatina, prevede l'uso dello strutto, l'unico in grado di conferirgli la caratteristica friabilità.
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Gli africani, dolce galatinese

Africani

Dolce tipico galatinese si regalava anticamente in occasione di nascite o di visite di cortesia.
 
Ingredienti: Tuorlo d’uovo e zucchero Si montano insieme e si dispongono negli appositi pirottini fatti a mano. Si cuociono per varie ore a forno lentissimo.

Da sapere Sin dal 1968, prima con il fondatore Enzo Derniolo, pasticcere per vocazione dal 1950, in seguito con il figlio Luigi, la Pasticceria Eros, situata nell'antica Piazza al centro di Galatina, offre un'ampia produzione di alta qualità: pasticceria tipica salentina, pasta di mandorla, pasticceria da colazione, torte moderne per ogni ricorrenza, semifreddi, anche monoporzioni, dai gusti classici o ricercati ed oltre 40 tipi di pasticceria mignon. nel settore caffetteria, professionalità e competenza sono state riconosciute anche attraverso l'attribuzione di due tazzine e due chicchi da parte del Gambero Rosso.

Specialità Dolcini in pasta di mandorle salentine. Torte tradizionali, spumoni e semifreddi.
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PUGLIA DA BERE, ovvero la Puglia Colada, il cocktail Pugliese


Fresco, guarnito con una fettina di pesca o servito con un buon gelato alla mandorla, assaggiatelo, abbassate le ciglia, vi ritroverete seduti in una caletta ad ascoltare la musica dello sciabordio del mare negli anfratti della costa o distesi su una spiaggia, in tarda sera, con dolci note lontane, uno spicchio di luna, le stelle che vi guardano mentre le contate, e magari state li ad affidar a qualcuna che cade sogni e speranze inseme a chi vi vuole bene. Coste di Puglia, terre da segnare e da sognare.
Si può preparare nelle 2 versioni:con ghiaccio tritato e rum nella versione Original, ma anche analcolico nella versione Virgin.
 
INGREDENTI:
- 6 cl rum Cubaney 5 anos
- 3 cl latte di mandorla
- 2 cl vincotto primitivo agrodolce
- 9 cl frullato di pesche nettarine mature

ovvero
9 parti di purea di nettarine (basta frullarle),
3 parti di latte di mandorla
2 di vincotto primitivo agrodolce
le 5 parti restanti possono essere semplice acqua
oppure Cubaney

Preparazione: frullare il tutto con ghiaccio e servire in un capiente bicchiere a goblet. Veramente una piacevole sorpresa, ottima da degustare in qualsiasi orario della giornata, per l’ottimo abbinamento degli ingredienti, facilissima da realizzare. 







Ricetta elaborata da Michele Di Carlo, 
  gustosofo di fama internazionale, utilizzando il Vincotto presentato a Milano in un Temporary corner, presso lo spazio Expo 2015, dell’azienda “Terre del Sud“ di Venneri Rocco, prodotto in vigneti con il metodo della coltivazione biologica in applicazione del reg. CEE n. 2092/91 certificata “Bioagricert”

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IL RUSTICO!

ingredienti per 6 rustici:

- 500 gr pasta sfoglia
- 125 gr mozzarella tritata
- 150 gr salsa di pomodoro a pezzi
- besciamella (40 gr farina - 30 gr burro - 250 ml latte)
- 1 uovo
- olio, sale, pepe, noce moscata

procedimento:

1. Preparare una besciamella densa aggiustando di sale, pepe e noce moscata.

2. Aggiungere alla besciamella ancora sul fuoco la mozzarella tritata, mescolare finchè quest'ultima non si sia sciolta per bene. Lasciare intiepidire.

3. Condire il pomodoro con un goccio d'olio e un po' di sale.

4. Stendere la pasta sfoglia (3-4 mm di spessore) e ritagliare sei cerchi di circa 10cm Ø e sei cerchi di circa 12cm Ø.

5. Disporre sui cerchi più piccoli una cucchiaiata abbondante di besciamella e un cucchiaio scarso di salsa.

6. Ricoprire i dischetti conditi con i cerchi più grandi, sigillando bene i bordi.

7. Disporre i rustici su una teglia con carta forno e spennellare con l'uovo sbattuto.

8. Cuocere a forno preriscaldato a 250° per 10 minuti circa.

9. Lasciar raffreddare e buon appetito!
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CROCCHETTE DI PATATE



INGREDIENTI:

1 kg Patate
330 gr Farina doppio zero
q.b. Menta fresca ( se gradita)
q.b. Sale
q.b. Pangrattato


Lessare un kg di patate ed impastarle con un terzo di farina e salare il tutto.
Le patate bisogna schiacciarle ed impastarle a caldo.
Lavorare l'impasto aggiungendo della mente fresca ( se gradita) sino a che non si raggiunge una buona amalgama.
Ora lavorare l'impasto sino ad ottenere dei pezzi simili agli gnocchi e volendo anche un po' più lunghi.
Passarli velocemente nel pangrattato.
Friggere per qualche minuto in olio bollente.
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Lampascioni cotti nella cenere calda


Occorrono:

lampascioni
olio

aceto
sale
pepe

Coprirli con la cenere calda; una volta cotti, liberateli dalle tuniche esterne e metteteli in un piatto da portata, conditeli con olio evo, aceto, sale e e pepe. Possono essere serviti come antipasto oppure come contorno agli arrosti di carne. Accompagnare con un bicchiere di buon vino ristoratore.

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..in uno sciroppo di giuggiole..


Nel Salento, il giuggiolo è oggi rinvenibile in esemplari isolati o più spesso in siepi semi inselvatichite nei pressi di masserie e vecchi casali abbandonati, ma un tempo era un albero piuttosto diffuso in diversi comprensori e in particolare nel territorio di Leverano i cui abitanti andavano commercializzando per tutti i mercati i suoi frutti. Oggi, nel Salento, oltre che sporadicamente presenti nei mercati allo stato fresco, le si ritrova in vendita anche sciroppate in occasione di alcune fiere e in particolare in quella di Sant’Ippazio a Tiggiano.


Ingredienti :

1kg di giuggiole
750 gr di zucchero
7 dl d’acqua


Calate nell’acqua bollente le giuggiole, tenetecele per quattro-cinque minuti, quindi scolatele.
Ponete lo zucchero in una casseruola, versatevi sopra l’acqua e ponete sul fuoco, fate sciogliere lo zucchero mescolando di continuo e calate le giggiole, quando lo zucchero comincia a cadere a goccia, levatele con una schiumarola a fori larghi e conservatele in vasi di vetro.


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Liquore di finocchio selvatico



Ingredienti :

una trentina di infiorescenze fiorite di finocchio selvatico
acqua lt 1
1 litro di alcol a 90° 
800 gr di zucchero

Ponete le ombrelle fiorite in un recipiente ermetico e versatevi sopra l’alcol.
Possibilmente lasciate il vaso al sole, ritirandolo durante la notte.
Lasciate macerare per 30 giorni, agitando ogni tanto. Preparate a caldo uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero, lasciatelo raffreddare e unitelo agli altri ingredienti.
Mescolate bene, filtrate quindi imbottigliate e tappate.



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LE MUNACEDDHRE










Per 4 persone, occorrono:

24 lumache grosse pulite (prima cottura)
1 lattuga
mollica di pane
aceto
1 cipolla
4 cucchiai d'olio d'oliva
1 peperoncino rosso piccante
1 bicchiere di vino bianco secco
2 foglie d’alloro
la scorza di 2 arance
cannella
sale

 Dopo avere lavato accuratamente le lumache, eliminate l’opercola (detta volgarmente “panna”). Prendete una grossa cipolla bianca e tagliatela finemente, quindi in una padella aggiungete 4 cucchiai d’olio e quando l’olio arriva ad ebollizione aggiungete la cipolla. Appena imbiondita, unite i peperoncini affettati, la scorza grattugiata di un'arancia, qualche cucchiaio d'acqua, e fateci insaporire le lumache per una decina di minuti. Contemporaneamente tagliate l'altra scorza d'arancia a filetti e fatela bollire per una decina di minuti in una casseruola d'acqua con un cicchiaio di cannella Versate le chiocciole e cuocete a fuoco alto per pochi minuti, abbassate la fiamma e aggiungete alloro, sale e vino.
Rimettete le lumache nel loro guscio, accomodatele sul piatto di portata, decorate con la scorza d'arancia tagliata a filetti e la cannella e servitele calde.
Con questa ricetta partecipo al contest di nonna-papera




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Orecchiette di orzo con crema di ricotta forte aromatizzata alle noci


Ingredienti per 4 persone
360 gr di orecchiette fresche di orzo
150 gr di pomodori da "pendula"
olio extra vergine d' oliva
salsa di pomodoro in bottiglia
basilico
sale
peperoncino piccante
2 cucchiai di ricotta forte
pecorino piccante
100 gr di noci

Per preparare le orecchiette di orzo, occorrono
farina di orzo e farina di grano nelle stesse quantità,
in questo caso 180 e 180, si mescolino bene e si impastino con acqua fredda ed un pizzico di sale. Si lavori a lungo l'impasto, quindi si trasferisca sulla spianatoia di legno e si facciano le orecchiette con le dita e si sistemino una a fianco all'altra su di una tavola o una rete. Si facciano asciugare bene, ma non essiccare completamente, prima di cuocerle.


Si prenda nel frattempo una larga padella e sia faccia scaldare un pò di olio extra vergine di oliva, si versino 150 gr di pomodoro da "Pendula", quelli tipici del Salento, tagliati in quattro, e si facciano appassire leggermente nell'olio; si uniscano due mestoli di salsa di pomodoro(quella in bottiglia) e due foglie di basilico spezzettato con le dita( non con il coltello, miraccomando!).
Si regoli di sale la salsa e si faccia cuocere per 4 minuti. Si unisca il peperoncino piccante, poi si prenda un cucchiaio di salsa e si metta in una ciotolina con 2 cucchiai di ricotta forte e 2 di acqua calda; si stemperi la ricotta agitandola con i rebbi di una forchetta e si unisca alla salsa della padella insieme a gherigli di noci ridotti in farina. Si lessino le orecchiette in abbondante acqua salata ed appena cotte si sgocciolino direttamente nella padella della salsa facendole amalgamare alla stessa a fuoco dolce.
Si spolverino con un cucchiaio di Parmigiano Reggiano appena grattugiato e si rimescolino un'ultima volta prima di portarle in tavola.

Una curiosità: tra le tavole della domenica del Salento, il nome di questa ricetta famosissima suona così:

Ricchitèlle te orgiu cu lla recòtta scànte


Con questa ricetta partecipo al contest di nellacucinadiely



di lacucinadigianni


di libroapuntate

di pilloleculinarie



al giveaway di cucinagialla


7 commenti:
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I PORCEDDRHUZZI SALENTINI


 Non c'è Natale, nel Salento, senza i porceddhruzzi. In tutte tutte le famiglie si sente dire: "tie l'hai fatti li porceddhruzzi, st'annu?" e l'eco è quasi sempre lo stesso: " ca poca! cce natale ede senza li porceddhruzzi? ma sta scherzi??" che vuol dire che alla tradizione non si comanda, ci si inchina adorandola, soprattutto quando si tratta di cose buone da preparare per i propri cari e da mangiare in compagnia.
La ricetta è connessa ad una leggenda che narra la storia di una famiglia molto povera con tanti bambini che voleva un dolce per il Natale. La madre, non sapendo come fare per accontentare i propri figli, prese ciò che aveva in casa: un po’ di farina, miele, vino, olio e preparò dei dolcetti a forma di “cavatelli”.
  La donna per calmare i figli piangenti, inventò allora una storiella dicendo loro che dovevano avere pazienza, che  quei dolcetti non potevano ancora essere mangiati, erano un po’ aperti, bisognava aspettare il Natale. «Sannachiudere!» (si devono chiudere) disse la donna ai figlioletti.
In italiano i “sannachiudere” li riconosciamo con il nome di struffoli. Gli struffoli sono palline di pasta avvolte nel miele caldo e ricoperte da una cascata di “annesini” ( (confettini colorati). Ad inventarli sarebbero gli antichi greci, ai tempi della Magna Grecia. La parola struffolo significa di forma tondeggiante.
La caratteristica fondamentale di questo dolce è il suo sapore di arancia e di miele e cannella.

Per prepararli occorrono:

• 1,5 kg di farina 00
 • 250 g di olio d'oliva
• 2 bustine di lievito per dolci
• 1,250 kg di miele
• 1 bustina di vaniglia e un pizzico di cannella
• succo di arancia q.b.

Preparazione

Far scaldare l'olio fino a quando fuma. Mettere delle bucce di mandarino per profumare e poi lasciar raffreddare. Preparare la fontana di farina con il lievito, unire l'olio profumato di mandarino e cominciare ad impastare. Unire poi in ordine: alcol, vaniglia, anice, liquore chiaro. Per ultimo aggiungere tanto succo di arancia quanto baasta per ottenere un impasto omogeneo ed elastico.


Lavorare fino ad ottenere un impasto abbastanza elastico, simile a questo




Stendere dei bigoli di pasta e tagliare le forme a pallina.  Le forme non devono essere troppo grandi altrimenti non cuociono bene durante la frittura.
Friggere le forme nell'olio, scolarle e passarle nel miele caldo. Scolare e disporle in più piatti da portata, fare raffreddare e poi decorare con miele e mandorle, pinoli, gocce di cioccolato, confettini colorati o altre decorazioni a piacere.
Con questa ricetta partecipo al contest di cucina "il tempo delle arance" del blog cookingkuki



al contest di cucina bandito dal  blog la cultura del frumento




al contest di  lascimmiacruda




                                         








al contest del  blog batuffolando
















al contest di nonna-papera.blogspot.com













e al contest di pilloleculinarie











La chiusa più degna è una poesia di Pippi Toma alquanto recente, del dicembre passato

ODE AI PORCEDDHRUZZI


U strùffulu ncumincia prima ‘nnàsca
cu mpuzzùna t’òiu fattu la cucina,
ci nù tene cantùne a pija ‘n tasca
cu friscia a lu focu fina-fina
na scorza te portacàllu pe la nasca,
cu nù senta sapùre te sìntina

quannu lu mangia a tòrtanu, – ssettàtu
a la taulàta grande te Natale -,
e cu bbìa te sùsu nu muscatu
te ùa te vigna, te quiddhu speciale,
pe disòbblicu ùtu rricalàtu
pe nu favore fattu te zinzàle;
ma se sapia quantu te fatica
ddha calàta li custa a la mujère,
ca sana-sana, scàna ‘llu taulièri
ddhi mille struffulèddhu, ‘ppoi ‘lli frìscia,
a iddha li tuzzàva nù bicchieri
pe brindare, cu core nnamuratu,
-chiamate tradizioni- ha tramandatu
e ca ‘lla vita llèane li maru!
… e, ntàntu, mangi frittu mprofumàtu,
ca poi nunn’è custatu tantu caru
se penzi a tuttu quiddhu c’hai ccattàtu:
farina, oju, alcool, muniàca,
u tiempu ca lu gas stave ddumàtu
su’ spese ca supporta òne pàta,
puru se na fimmana ha jutàtu
cu lu cuntàre ca lu tiempu mmàca.
Poi, la stessa sira, tutta sula
a fimmana te casa se lu ggiùsta
a tòrtanu, a taràddhu, a cuddhùra
scrummànnu l’anisìni t’intru a busta,
cannella fatta a prùle, cu misura,
e mele ‘nchinu, quantu custa-custa,
e mèndule te pignu pe decòru
sparpàja tuttu sùsu: sti culuri
a l’òcchiu prèsciu, a ‘llu nasu ndòru,
li quardi e te piace cu ddimùri
sta pènzi – ète curuna t’alloru
pe iddha – e, ‘ntra te tie, “che duri!”.

Pippi Toma (Maglie, dicembre 2011)
3 commenti:
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PIGNATA DI CARNE DI CAVALLO

Carne te cavaddhru a pignata (ricetta di S. Marzano di S. Giuseppe)

Occorrono
 2 kg di carne di cavallo
aglio
cipolla
sedano
olio e.v.o.
peperoncino
3 litri di salsa di pomodoro cruda
sale

Tagliare la carne a punteruoli e far sbianchire in acqua bollente per mezz' ora.
Travasarla in una pignata di terracotta con acqua fredda salata e farla cuocere per 2 ore, fin quando l'acqua non si sia consumata. Preparare un battuto di cipolla, aglio e sedano si faccia soffriggere in un'altra pignata con un pò d'olio e peperoncino, sale e aggiungere la salsa di pomodoro e la carne cotta per 2 ore. Regolare di sale se necessario e terminare la cottura della carne e fuoco lento.

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Marmellata di fichi secchi




Prepariamo la "marmellata de fiche siccàte", ricetta di Novoli

Scegliere i migliori fici secchi senza le mandorle all'interno,
metterli in una ciotola con dell'acqua fresca e lasciar ammorbidire e gonfiare.
Lessare in poca acqua, facendo evaporare al massimo.
Tritare finemente, passare al setaccio,
aggiungere della buccia gratuggiata di limone
e far restringere questa polpa a caldo,
fin quando la densità non diventerà come quella di una marmellata.




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I CONFETTONI LECCESI


Questi dolcetti, grandi 2 volte un confetto normale, si ottiene lavorando a mano il seme della pianta del cacao: si tostano leggermente i semi di cacao interi e poi si passano nel cioccolato fondente con l’ausilio dell'indice ed il pollice di tutte e due le mani, si avvolge il seme in una pasta di cacao tritato, zucchero ed un poco di acqua. Il confettone si ripassa, poi, nei diavolilli, e si lascia asciugare per circa venti minuti. C'è anche una variante ai diavolilli, che consiste nel ripassare il confettone nel cacao amaro, per ottenere un effetto simile a quello del tartufo, dal gusto leggermente più amaro.
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CASSATA PUGLIESE CON LA FRUTTA SECCA


ricetta del comune di Massafra
 Questa torta è superba, perchè concilia la croccantezza della frutta secca con la morbidezza e la cremosità della ricotta, infatti  con questa ricetta partecipo al contest del blog unapasticcionaincucina CREMOSITA' O FRUTTA SECCA, mi pare la ricetta ideale!


Per averla subito a casa vostra, vi occorrono:
del pan di spagna
1 kg di zucchero
1 kg di ricotta
200 gr tra gherigli di noci, pistacchi e mandorle
100 gr di cioccolato fondente
1/2 bicchiere d'acqua
liquore Strega
pasta di mandorle

Mettere sul fuoco in un polsonetto lo zucchero con 1/2 bicchiere d' acqua, quando lo sciroppo comincia a filare, versare nella ricotta passata al setaccio, mescolare velocemente perchè non facciano grumi. Unire la frutta secca tostata in forno e raffreddata, unire anche le scaglie di cioccolato. Mettere l'impasto di ricotta in frigorifero. Dividere il disco di pan di spagna in 2 parti nel senso orizzontale, bagnarne uno con il liquore e spalmarvi la ricotta. Pareggiare il composto con la spatola, ricoprire con un foglio di pasta di mandorla passata al mattarello. Guarnire con scaglie di cioccolato fuso a spruzzo.
2 commenti:
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LI TURCINIEDDHRI




Gli involtini di interiora di agnello del Salento
ricetta di martano(LE)

Per saperne di più, da un cuoco vero, leggi il post del blog spigolaturesalentine.


Occorrono:
le interiora di agnello da latte composte da
budello, fegato, milza, cuore, polmone, zeppa(tete grassa cartilaginea),
foglie di prezzemolo, qualche foglia di alloro,
limone, formaggio sardo Gavoi,
sale e pepe nero

 Aprire i budelli dell'agnello tagliandoli per il lungo con le forbici, lavare più volte sotto acqua corrente e strofinarli con limone e sale. Risciacquare ancora. Asciugare con un canovaccio e tenere da parte. Tagliare a pezzettini le altre interiora e risciacquare bene. In uno spiedino di legno infilare, alternandoli, il pezzettino di cuore, la milza, il polmone, il fegato, con foglioline di prezzemolo e pezzetti di foglia di alloro. La lunghezza totale dello spiedo deve essere di 7-8 cm. Salare, pepare e cospargere di piccole scaglie di Gavoi, quindi attorcigliare ogni spiedino con il budello tenuto da parte e legare le due estremità. Sfilare lo spiedino ottenendo una specie di involtino. Porre i turcinieddhri su una graticola con la brace di carbonella, tronchetti di ulivo e scorze di mandorle e far cuocere senza che brucino. Mangiare bollenti e ben cotti, senza che rimangano sulla carne tracce di sangue. Si beva il miglior vino rosso della cantina.


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LA CUTUGNATA



Ricordiandoci sempre il principio della stagionalità dei prodotti, vi propongo la ricetta de
LA CUTUGNATA, la marmellata leccese

Le mele cotogne sono un frutto di QUESTA stagione, per cui ORA è il tempo giusto per raccogliere ciò che la Natura ci offre e trasformarlo come più ci piace.


Per la cotognata occorrono
- 2 kg mele cotogne
- zucchero pari alla peso di 2 kg di frutta sfaldata + 1 bicchiere di acqua

Sbucciare la frutta, tagliarla a pezzi e bollirla in pochissima acqua(un bicchiere) finchè quasi non si spappolano. Far raffreddare e poi passate al setaccio fino ad ottenere una purea. Questa viene pesata , messa in una casseruola per eliminare eventuali residui liquidi, poi si pesa dello zucchero in quantità pari a quella della purea e con un bicchiere d'acqua in una piccola casseruola si fa sciogliere alla densità del caramello chiaro. Si versa lo zucchero sulla purea e si mescola con un cucchiaio di legno a fuoco moderato finchè la cotognata non si stacca del tutto dalla pentola formando una massa unica e compatta che verrà così versata nelle formelle di alluminio oppure sul marmo precedentemente unto d'olio, di pareggiarla con una spatola prima che indurisca, per ottenere una pasta dallo spessore di 3 cm, con cui formare dei cubi di 10 cm x 10 cm.
Per mantenersi al meglio a lungo, è consigliabile avvolgerla con della carta oleata.
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Ode ai porceddhruzzi, di Pippi Toma

U strùffulu ncumincia prima ‘nnàsca
cu mpuzzùna t’òiu fattu la cucina,
ci nù tene cantùne a pija ‘n tasca
cu friscia a lu focu fina-fina
na scorza te portacàllu pe la nasca,
cu nù senta sapùre te sìntina

quannu lu mangia a tòrtanu, – ssettàtu
a la taulàta grande te Natale -,
e cu bbìa te sùsu nu muscatu
te ùa te vigna, te quiddhu speciale,
pe disòbblicu ùtu rricalàtu
pe nu favore fattu te zinzàle;
ma se sapia quantu te fatica
ddha calàta li custa a la mujère,
ca sana-sana, scàna ‘llu taulièri
ddhi mille struffulèddhu, ‘ppoi ‘lli frìscia,
a iddha li tuzzàva nù bicchieri
pe brindare, cu core nnamuratu,
-chiamate tradizioni- ha tramandatu
e ca ‘lla vita llèane li maru!
… e, ntàntu, mangi frittu mprofumàtu,
ca poi nunn’è custatu tantu caru
se penzi a tuttu quiddhu c’hai ccattàtu:
farina, oju, alcool, muniàca,
u tiempu ca lu gas stave ddumàtu
su’ spese ca supporta òne pàta,
puru se na fimmana ha jutàtu
cu lu cuntàre ca lu tiempu mmàca.
Poi, la stessa sira, tutta sula
a fimmana te casa se lu ggiùsta
a tòrtanu, a taràddhu, a cuddhùra
scrummànnu l’anisìni t’intru a busta,
cannella fatta a prùle, cu misura,
e mele ‘nchinu, quantu custa-custa,
e mèndule te pignu pe decòru
sparpàja tuttu sùsu: sti culuri
a l’òcchiu prèsciu, a ‘llu nasu ndòru,
li quardi e te piace cu ddimùri
sta pènzi – ète curuna t’alloru
pe iddha – e, ‘ntra te tie, “che duri!”.

Pippi Toma (Maglie, dicembre 2011)
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L'olio speziato di Sannicola



Come fare in casa un ottimo OLIO SPEZIATO, adatto ad aromatizzare spezzatini di CARNE, pignate di carne di cavallo e vitello, frattaglie?


 Questa è la ricetta secondo gli abitanti di Sannicola, comune salentino in provincia di Lecce.

Occorrono:

1/2 litro di olio e.v.o.
3 bacche di ginepro
2 chiodi di garofano
2 foglie di alloro
5 grani di pepe nero
1 striscia di scorza di limone
1/2 cm di scorza di cannella

Con un cucchiaio di legno, pestare le spezie e unirle all'olio in una bottiglia con un tappo di sughero.
Conservarlo in luogo fresco per 45 giorni prima di utilizzarlo.

Leggi che cosa dice dell'olio lo chef salentino massimo vaglio su spigolaturesalentine-
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